#Ioleggoperché

Non è semplice spiegare il motivo per cui leggo. Leggo perché ho iniziato e continuo a leggere. E' un po' come il present perfect o il perfetto greco: questo tempo ha valore stativo e risultativo. Indica un'azione che esiste ora perché è già iniziata in passato. Avete presente il famoso "eureka!" di Archimede Pitagorico, universo Paperino? Deriva da εὑρίσκω, "conoscere". Assumendo valore stativo significherà "trovare". Chiusa goffamente questa parentesi sul greco antico, faccio un altro paragone con il latino ("ebbasta materie classiche!", vi giuro, sto arrivando al punto...!): il verbo leggere deriva dal latino "lego", che significa raccogliere,cogliere. Il meccanismo che gli ha conferito il significato di leggere è un po' come quello del perfetto greco, forse inverso. Io leggo, perciò ho "raccolto","colto" qualcosa. Io leggo perché ho iniziato; perché leggendo raccolgo; perché "talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine" (V. Woolf); perché leggere, come la politica per la guerra, è l'antidoto per la solitudine dell'uomo ("The first lesson reading teaches is how to be alone.") e per chi, come me, è immerso in un processo che sottrae all'anima la fiducia nell'umanità e introduce l'amore per i carlini; perché mi rendo conto di avere tra le mani uno strumento incredibilmente potente, con pagine taglienti ma dalle parole dolci e melodiose, un frammento della vita di una persona che avrà dedicato parte o meno della sua vita ma che ha richiesto un impegno impressionante: un pezzo di anima disseminato in 80,200,500 pagine di carta. Non sono appassionata di giochi di prestigio perché trovo che la magia si ha quando un pezzo di carta, seppur carta igienica o pergamena, scritto a distanza di generazioni e rivoluzioni industriali, può ancora provocare una scintilla nel cuore di chiunque legga. Come spore batteriche (spero di non aver offeso nessuno per il paragone barbarico seppur scientifico), i libri vivono in uno stato di acquiescenza ed esplodono di vitalità quando vengono aperti, invadono le menti vergini con sospiri e grida e se ne appropriano di un "pezzo". Penso di aver trovato un'altra fonte di energia, oltre l'amore, da cui ricavare la luce e il gas.
Io non leggo perché me lo richiede la "scuola". Leggo perché ne ho il diritto, uno dei pochi che i Paesi (purtroppo non tutti) ha concesso. E sono decisa a usufruirne e a scovarne tutti i vantaggi. Leggere non richiede una laurea o un lavoro e non chiedendo nulla in cambio, regala emozioni che nessuno, né Cicerone né Leopardi, può descrivere. Per questo #ioleggo.

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